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PSPP, Ventura: "Così si incrementa il capitale umano"

PSPP, Ventura: "Così si incrementa il capitale umano"

Con il seminario organizzato da Anci Sicilia,prosegue l'azione avviata in Sicilia, con un forte impegno di Confcooperative, per gettare le basi verso l'utilizzo del Partenariato Speciale Pubblico Privato per la gestione del patrimonio culturale. Il 70 per cento di questo, in Italia, è in stato di abbandono. Ma la soluzione esiste, è a portata di mano, e parla di cooperazione.

giovedì 15 maggio 2025
Erano numerosi gli amministratori siciliani che hanno partecipato al seminario "L'Utilizzo del Partenariato Speciale Pubblico-Provato nei comuni siciliani", promosso da Anci Sicilia e nell'ambito del quale Confcooperative ha dato un contributo importante. Irene Bongiovanni, presidente di Confcooperative Cultura, Turismo e Sport è intervenuta in qualità di relatrice, entrando nei dettagli di un'opportunità che, laddove già colta, sta dando ottimi frutti. All'incontro, che si svolgeva nella sede di Anci Sicilia di Palermo, in via Roma, ha preso parte anche il segretario generale di Confcooperative Sicilia, Luciano Ventura.

"Il PSPP -spiega Ventura- è uno strumento flessibile, che si può ben adattare alle condizioni locali, ma che necessita sia di un dialogo costruttivo tra le parti, e cioè quella pubblica e quella privata, sia di mantenere lo sguardo fermo verso la valorizzazione di un bene pubblico al servizio della comunità. In questo senso-prosegue il segretario generale di Confcooperative Sicilia- il PSPP supera la logica puramente economica e pone le condizioni di un investimento diffuso, che parte dalla fisicità del bene stesso ed arriva a contribuire all’incremento di capitale umano, conoscenza, competenze e quindi benessere.
Proprio per questo, Confcooperative sta spingendo con sempre maggior forza verso la sensibilizzazione della pubblica amministrazione, insistendo nella preparazione tecnica, organizzativa e finanziaria di cooperative in grado di assumersi la responsabilità di un compito, al contempo faticoso, ma altamente gratificante, in una logica di comunità e non di speculazione economica".
L'interesse sul tema è sempre più alto anche da parte degli amministratori pubblici siciliani, interessati ad per approfondire la conoscenza della nuova disciplina del Partenariato Speciale Pubblico-Privato per tutte le attività finalizzate alla tutela e alla valorizzazione dei beni culturali (art. 134 D.Lgs. 36/2023). Il seminario ha visto infatti la partecipazione di oltre 150 iscritti, tra chi ha preso parte all'evento in presenza e chi ha preferito la modalità online.
I lavori sono stati introdotti e coordinati dal segretario generale di Anci Sicilia, Mario Emanuele Alvano, che ha sottolineato che “il tema non tra quelli che sono stati particolarmente dibattuti e approfonditi ma rappresenta una importante opportunità. Per Anci Sicilia mettere allo stesso tavolo specialisti del settore e istituzioni è Il primo passo per lo sviluppo di una sinergia di sostanza, non solo di forma”. “Il PsPP – ha proseguito Alvano – è uno strumento di collaborazione tra enti pubblici e soggetti privati per realizzare progetti di interesse pubblico. Questo tipo di partnership permette di condividere risorse, facilitando la realizzazione di opere e servizi che magari sarebbero più difficili da finanziare o gestire solo con fondi pubblici. Il partenariato pubblico-privato può anche essere uno strumento molto efficace per valorizzare il patrimonio culturale. Attraverso collaborazioni con il settore privato, gli enti pubblici possono ottenere risorse e competenze per restaurare e promuovere i beni culturali, rendendoli più accessibili e attrattivi. Questo favorisce anche lo sviluppo sostenibile delle comunità, creando occupazione e rafforzando l’identità locale. Per questi motivi all’incontro di oggi abbiamo invitato anche i referenti di tutti i siti museali che hanno aderito alla Rete dei musei comunali della Sicilia, iniziativa della nostra Associazione cui hanno aderito, finora, circa 200 musei e oltre 100 comuni dell’Isola”.
Il 70 per cento dei beni culturali italiani vive oggi in stato di abbandono. La soluzione di una gestione pubblico-privata può rappresentare la soluzione definitiva, la svolta. Edifici dismessi possono, al contrario, essere riutilizzati ed ospitare attività culturali. Le garanzie ci sono tutte. Il vincolo di scopo scopo è ad esempio uno dei cardini strutturali in grado di formalizzare la possibilità che l’operatore economico partner reinvesta i ricavi netti nel bene oggetto del partenariato e/o nel territorio”.