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Prima Infanzia:timidi passi avanti in Sicilia ma...

Prima Infanzia:timidi passi avanti in Sicilia ma...

Timidi passi avanti ma la Sicilia resta tra le ultime della classe quanto ad offerta di servizi educativi per la prima infanzia tra le regioni italiane. Dallo pubblicato da Fondosviluppo emerge un quadro chiaro. Il segretario generale di Confcooperative Sicilia suggerisce su quali leve puntare in vista degli obiettivi da centrare nei prossimi anni.

mercoledì 16 luglio 2025
La Sicilia compie timidi passi avanti in tema di offerta dei servizi educativi per la prima infanzia, ma resta tra le ultime della classe tra le regioni italiane.
Primeggia, tuttavia, sul versante dei progetti validati a valere sul Piano Asili finanziato con i fondi del Pnrr

A dirlo sono i dati dello studio "Studi & Ricerche n. 289 – Giugno 2025" pubblicato da Fondosviluppo, che analizza soprattutto l’ambito degli asili nido, sezioni primavera e servizi integrativi, prendendo in esame, per voci differenti, gli anni educativi 2022/2023 e 2023/2024.

Se la media nazionale parla di un’offerta di servizi educativi per la prima infanzia di 30 posti ogni 100 bambini (fascia 0-2 anni), nelle isole il dato scende a 17,8/100. Un risultato ben distante dalle aree del Nord e soprattutto del Centro Italia, in cui si arriva a 38,8. (Nord-Est Italia:37,5; Nord-Ovest Italia: 35; Sud Italia: 17,3;Isole :17,8)

La Sicilia garantisce in questo modo una copertura significativamente inferiore anche rispetto agli obiettivi europei, che avrebbero previsto 33 posti ogni 100 bambini e per il 2030 puntano ai 45 ogni 100 bambini.

I dati Istat rilevano che in Italia, nel periodo medio (2013-2022), la crescita è stata trainata dal settore privato (+4,6 posti ogni 100 bambini), con una maggiore espansione rispetto ai servizi a titolarità pubblica (+2,9 posti ogni 100 bambini).
I Nidi nell’anno educativo 2022/2023 hanno rappresentato la quota di gran lunga prevalente della copertura dei posti rispetto ai bambini residenti sotto i tre anni
(23,6 posti ogni 100 bambini) e insieme alle sezioni primavera (3,8 posti ogni 100 bambini) coprono il 27,9% dei potenziali beneficiari.

In Sicilia la necessità di investimenti significativi si avverte in maniera importante.
Si pone in prima linea, tuttavia, in tema di Piano Asili Pnrr, tra le prime tre regioni per quota di progetti validati (Sono 3.243 in totale in Italia). L’isola è seconda solo alla Campania (15,3%), con il 9,7% del totale dei progetti validati, pari a 320. Nella graduatoria precede la Lombardia con il suo 9,6% (pari a 317 progetti validati).

La spesa media per utente a carico dei comuni nell’anno educativo 2023/2024 vede in Sicilia un importo che oscilla tra i 5.556 e i 7.820 euro per utente. La media nazionale è pari a 6.801 euro.
La spesa media annua delle famiglie per la frequenza dei nidi nell’isola mostra il seguente quadro: a fronte di un reddito medio di 32.674 euro, la spesa media per la frequenza dei nidi è di 605 euro.
I dati Istat confermano pressoché ovunque la saturazione dell’accessibilità ai servizi educativi per la prima infanzia, in particolare nel Mezzogiorno, dove l ’offerta di servizi risulta più carente.
Resta, inoltre, il problema delle domande per l’accesso al servizio non soddisfatte: 58,2 per cento nel Mezzogiorno. Recentemente il Decreto Ministeriale del 17 gennaio 2025, n. 7 evidenzia come in Sicilia su una popolazione 0/3 anni di 113.541bambini solo 14.193, il 12,5%, frequenta un servizio educativo.

Per quanto riguarda il Bonus Asilo, in Sicilia nell’anno 2023 ne hanno beneficiato 31.394 famiglie, con importo medio di 197,3 euro.

“In definitiva-spiega il segretario generale di Confcooperative Sicilia, Luciano Ventura- tra cinque anni e qualche mese la Sicilia dovrà dimostrare di aver realizzato 45 posti ogni cento per bambini della fascia 0-3 anni e quindi di avere – nel 2030 – la capacità di erogare, direttamente o indirettamente, servizi educativi per ulteriori 37.000 piccoli utenti.
Ma è un obiettivo raggiungibile? E se non lo fosse, cosa dovrebbero fare gli enti locali e la Regione Siciliana per renderlo tale?
Francamente, temiamo che, senza una modifica lungimirante delle regole attuali, sarebbe illusorio affermare che il traguardo possa essere raggiunto. E sarebbe altrettanto ingannevole, ma mostruosamente costoso, pensare di costruire e mettere in funzione tante altre strutture in mezza Sicilia, in un tempo così risicato”
Confcooperative Sicilia suggerisce le leve su cui agire.
“Ci permettiamo di suggerire sommessamente -aggiunge Ventura- che, variando di poco gli standard strutturali degli asili esistenti, anche mantenendoli più alti o pari a quelli di tante altre regioni, la Sicilia potrebbe fare un robusto balzo in avanti e si avvicinerebbe agli obiettivi di Agenda 2030. Bisogna però volerlo ed agire di conseguenza.

I numeri di Federsolidarietà Confcooperative

Gli enti aderenti a Confcooperative Federsolidarietà attivi nella filiera della prima infanzia hanno generato in Italia nel 2023, un fatturato pari a oltre 1,3 miliardi di euro. Le cooperative sociali di tipo A (servizi sociali) evidenziano la quota maggioritaria del fatturato aggregato, pari all’82,3% del totale. Anche dal punto di vista della patrimonializzazione (oltre 280 milioni di euro), la maggioranza assoluta fa riferimento a cooperative attive nei servizi sociali (tipo A), che esprimono il 79% del patrimonio netto aggregato delle imprese attive aderenti a Confcooperative-Federsolidarietà. Tra le altre tipologie sociali si segnala un peso maggiore del fatturato delle cooperative sociali miste (tipo A e B) rispetto alle cooperative sociali di tipo B, sia in termini di fatturato che di patrimonio netto.

Con riferimento al mercato del lavoro, il sistema Confcooperative Federsolidarietà attivo nella filiera della prima infanzia conta, nel 2023, oltre 48 mila occupati.

Il sistema Confcooperative-Federsolidarietà si caratterizza, inoltre, per un elevato grado di partecipazione dei soci alle assemblee delle cooperative. Infatti, nel 2024 tra le aderenti attive, la partecipazione della maggioranza assoluta dei soci (ossia la presenza di oltre il 50% dei soci) alle assemblee si registra nel 79,4% delle cooperative. Il Mezzogiorno, in questo senso, risulta essere l’area territoriale più virtuosa, con le Isole e il Sud che evidenziano, rispettivamente, valori del 92,3% del totale e del 91,8% del totale delle cooperative.


Foto: generata con IA