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Lavoro per 180 detenuti: ecco il progetto "Jail to Job"

Lavoro per 180 detenuti: ecco il progetto "Jail to Job"

Si basa su un percorso di inclusione innovativo il progetto "Jail to Job" che mira a formare 540 persone. Tra gli attori di quest'importante iniziativa, la cooperativa sociale "L'Arcolaio". Per la Sicilia, il progetto riguarda l'Ucciardone, Cavadonna e le carceri di Noto ed Augusta.Per la Campania, invece, figura Secondigliano.

lunedì 4 novembre 2024

Un percorso di inclusione socio-lavorativa per 540 persone. L’obiettivo è arrivare a 180 contrattualizzazioni. Questo in sintesi quanto prevede il progetto “Jail to Job”, che vede impegnata la Cooperativa L'Arcolaio di Siracusa ed è promosso dalla cooperativa sociale Rigenerazioni Onlus di Palermo, con il coinvolgimento della cooperativa Lazzarelle di Napoli ed il sostegno della Fondazione San Zeno. Il progetto, della durata di tre anni, propone un modello innovativo di politiche del lavoro per persone che scontano la loro pena negli istituti penitenziari Ucciardone di Palermo, Cavadonna di Siracusa, nelle carceri di Noto, Augusta e Pagliarelli Lorusso e Secondigliano. Coinvolti anche i servizi di esecuzione penale esterna di Siracusa, Palermo e Napoli, con il supporto dei Provveditorati Regionali dell’Amministrazione Penitenziaria di Sicilia e Campania. L’auspicio della coordinatrice del progetto, Nadia Lodato, è che “la collaborazione con partner di consolidata esperienza sul campo, come L’Arcolaio e Lazzarelle, possa stimolare altre realtà del privato sociale ad agire in ambienti complessi come il carcere, favorendo benessere individuale e collettivo e sostenendo processi di Giustizia di Comunità”. “Crediamo nel valore della responsabilità sociale condivisa- aggiunge Adriana Anzelmo de L’Arcolaio – Da oltre vent’anni promuoviamo l’inserimento socio-lavorativo per chi è in esecuzione penale, riconoscendo come il lavoro contribuisca alla riabilitazione e alla riduzione della recidiva.” “Il lavoro diventa un modo per immaginarsi di nuovo. Per sentirsi capaci, riconosciuti, apprezzati come persone, prima che come lavoratori. L’opportunità concreta di tessere una nuova storia “, riporta Rita Ruffoli, direttrice di Fondazione San Zeno.Imma Carpiniello della Cooperativa Lazzarelle, infine,mette in evidenza l’aspetto legato ai percorso di inclusione per le donne detenute, “che possano riacquisire dignità e autonomia. Sono spesso le persone più vulnerabili del sistema penitenziario e sociale e con queste attività possono scoprire e sviluppare le proprie potenzialità”.